sabato 16 febbraio 2013

GRANDI SPERANZE di Charles Dickens



La storia di Pip, che cresce durante tutto il romanzo dalla sua fanciullezza alla maturità di una sconsiderata gioventù, un personaggio umanissimo e pieno di difetti e miserie, commuove e fa riflettere: è il denaro che corrompe l’uomo o è l’uomo che si lascia corrompere e plasmare dalle proprie “grandi speranze”? Come in tutte le fiabe, c’è una morale e una conclusione di riscatto e redenzione, perfino per quegli uomini (vere figure “dickensiane”) che venivano additati quale feccia nella società vittoriana: carcerati, galeotti, poveri diavoli.

Italo Calvino diceva che i classici sono “quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli”.
Così è stato per me leggere Grandi speranze di Charles Dickens: l’ho letto per la prima volta oggi, nelle condizioni migliori, e me lo sono proprio gustato.

Charles Dickens, Grandi speranze, introduzione di Guido Almansi, traduzione di Bruno Maffi, BUR Rizzoli, Milano, pagg. 486, € 10,00

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