venerdì 29 maggio 2020

Recensione di LA FABBRICA DELLE MERAVIGLIE di Sharon Cameron


Londra 1852. Katharine, una ragazza diciassettenne e orfana, vive in casa della zia, curandone la contabilità. Un giorno l'acida zia la manda nella tenuta dello zio Tully, per verificare che questo insolito ometto non sperperi tutto il patrimonio.

La narrazione parte in modo piuttosto lento (e in questo caso non è certo un difetto, ma ci permette di conoscere gli abitanti e la tenuta). Una lentezza che combacia con l'evoluzione e la crescita della protagonista che riesce pian piano a sciogliersi, perdendo quella diffidenza iniziale. È proprio Katharine, in prima persona, a narrarci la storia ed è dai suoi occhi - prima totalmente scettici e poi, pian piano, ammirati - che scopriremo ogni singolo segreto ed ogni piccola abitudine di quel posto straordinario. Un mese in cui la protagonista, che si considerava una persona "ordinaria", scoprirà di avere delle risorse a lei sconosciute e di scoprire sentimenti mai provati.
Un romanzo di formazione per ragazzi davvero molto delicato, in cui ognuno può immedesimarsi. Man mano che la storia si sviluppa ed evolve, si crea nella protagonista l'angoscia per le decisioni che sarà costretta a prendere: le nostre azioni sono mosse a cercare il bene altrui o il proprio? 

LA FABBRICA DELLE MERAVIGLIE- Mondadori - pagg 308





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